La progettazione e realizzazione del piatto circolare avveniva con ritagli di carta, mattoni di ceramica di diverso colore, colla con pigmenti simile a quella utilizzata per attaccare il rivestimento di ceramica, tenaglia, bacinella, spatole e acqua. Il foglio di carta serviva ad imprimere il disegno di quello che si intendeva produrre e nello stesso tempo come isolante per non attaccare il manufatto allo stampo utile per la foggiatura del piatto. La ceramica colorata diversamente, veniva tagliata a piccole tessere con la tenaglia, secondo il progetto da realizzare, nel tutto veniva spalmata la colla che si inseriva in tutti gli interstizi prodotti avendo cura di realizzare un piedino dietro con dei buchi utile per attaccare alla parete il piatto. Superata la fase di attecchimento della colla, veniva staccata dallo stampo con facilità per la presenza della carta-disegno.

A prodotto realizzato venivano utilizzati i materiali più impensati con l’applicazione della tecnica mista e così ottenuti opere originali e uniche nello stesso tempo. Man mano l’oggetto prodotto trova soddisfazione personale tale da incrementare sempre di più la ricerca di nuove forme. Non nasconde di avere molta inventiva, osserva tutto e tutti gli episodi che si verificano dall’eruzione del vulcano Etna, al mare, alle barche, alle vele, alla natura, alla flora, dico a qualsiasi oggetto anche banale come ad esempio il guscio dell’uovo rotto, ne ha realizzato uno di godibile fattura e di significato.

Con un piatto che per motivi accidentali si è rotto a metà ne ha realizzato un altro più grande che conteneva quello rotto.